giovedì 13 novembre 2014

Il mio autunno



Autunno, cadono le voglie,
la verde età da tempo è scolorita.
Forza di quercia ormai quasi svanita
e frutti secchi che più nessuno coglie.

E triste so, che non sarà più maggio;
non son più quercia, fa' che sia almeno f..aggio.


Marco Badii 13.11.2014

martedì 11 novembre 2014

Gates vs Jobs

Bill Gates e Steve Jobs: sono (stati) due tra gli uomini in assoluto più ricchi del mondo. La cosa straordinaria è che questi due vincenti hanno avuto indubbiamente anche moltissimo altro in comune; provo ad abbozzare un elenco:
  • entrambi nati nel 1955
  • entrambi statunitensi
  • sia Bill che Steve sono, come intuibile, abbreviazioni. I nomi completi sono rispettivamente William Henry Gates III e Steven Paul Jobs
  • entrambi pilastri del mondo dell' informatica, uno particolarmente nel settore software l'altro in quello hardware
  • entrambi sono partiti da 0, nel garage di casa.
Io però ho sempre preferito Bill e di conseguenza, regali a parte, ho sempre scelto i suoi prodotti. Perché, anche se scaltro e abilissimo negli affari, tanto da essere per molti anni l'uomo più ricco del mondo (traguardo mai riuscito a Steve)  mi ha sempre dato l'impressione del "bravo ragazzo" tra i due (in maniera relativa, ovviamente; a scuola marinava spesso e non andava un gran che bene, per colpa della sua passione esclusiva per i computer).
Steve era a mio avviso di molto più cinico; emblematico un episodio dei suoi primissimi inizi: era il 1974 e l'Atari, per cui lavorava, gli assegnò l'incarico di ridurre la circuiteria del videogioco Breakout, pagandolo 750$ per il lavoro con la promessa di elargire un bonus di 100$ per ogni chip utilizzato in meno rispetto agli schemi originali. Jobs chiese al suo amico (sottolineo amico) Steve Wozniak di aiutarlo con il compito promettendogli metà del compenso a lavoro finito. Wozniak per rispettare la scadenza di consegna del progetto fu costretto a lavorare gli ultimi quattro giorni ininterrottamente, senza neanche dormire. Il risultato fu una scheda composta da 50 integrati in meno rispetto a quelli del progetto originale: questo risultato fruttò a Jobs 5.000$. Tuttavia Jobs divise solamente la cifra iniziale con l'amico, non facendo menzione del bonus ricevuto.
Se tanto mi da tanto c'è da immaginarci come avrà condotto i suoi futuri affari...
Sta di fatto che ci ha lasciato con la sua ormai famosa espressione "stay hungry, stay foolish!", ovvero "siate avidi (di scoperte, di potere, di soldi?), siate folli".
Bill Gates non parla di follia, ma dice tra l'altro: "quando mi trovo alle conferenze sull'informazione tecnologica e la gente dice che la cosa più importante al mondo è fare in modo che le persone possano connettersi alla Rete, io rispondo: -Mi state prendendo in giro? Siete mai stati nei Paesi poveri?-".
Certo, qualcuno obietterà che stride con la sua famosa predizione "un computer in ogni casa", e in effetti ben venga questa suo cambiamento, in meglio.


Bill Gates e Warren Buffett
Molti conoscono la sua Fondazione benefica, anche se non tutti ne immaginano la grandezza. E' semplicemente la maggior fondazione benefica al mondo. In assoluto, non solo tra le private! Fino a qualche anno fa valeva trenta miliardi di euro. Poi, siccome per fortuna il bene non è meno contagioso del male, nel 2006 il secondo miliardario del mondo, Warren Buffett, ha annunciato che avrebbe raddoppiato questa cifra. Così la Fondazione Gates diventa il principale erogatore di aiuti allo sviluppo del mondo; persino più dell'Onu e della Banca mondiale!!

Quasi a ricordarci che non tutto è "io" (I-phone, I-pad, I-pod, I-tunes..), ma esistono anche gli altri...  

venerdì 7 novembre 2014

La giovane italia...

Scusate il minuscolo del titolo, ma queste sono proprio le situazioni in cui non mi sento molto fiero di essere italiano, quelle (tra le tante) che hanno contribuito a crearci la poca edificante nomea che abbiamo all'estero; avete presente quando  al solo sentire (o meglio, intuire) che siamo italiani già assumono un'espressione lievemente preoccupata, se non disgustata?
Verrebbe anche da inalberarsi un po', giusto per spirito di patria, se non fosse che poi leggiamo che 37 scolari romani in vacanza-studio vengono sbarcati da un aereo in Germania perché indisciplinati. E si spegne ogni fervore... . Il comandante tedesco li ha fatti scendere dal suo aereo Lufthansa prima del decollo da Amburgo, loro e i loro insegnanti "responsabili"; motivazione: perché così indisciplinati da mettere in pericolo la sicurezza del volo.

Gli insegnanti hanno affermato che i loro alunni non erano stati poi così agitati. Presa di posizione opinabile ma comprensibile, visto che i primi a rimetterci la faccia sarebbero stati proprio loro, in qualità di accompagnatori responsabili dei ragazzi. Molto meno comprensibile ma ancor più ovvia è stata la presa di posizione dei genitori, tutti a difendere i loro "bravi ragazzi". Ciò non sorprende, perché è proprio questo iperprotezionismo così diffuso ad essere la causa del comportamento irrispettoso e viziato dei giovani di oggi. Quando va bene si fanno passare per "sana vivacità" atteggiamenti che possono essere chiamati con un solo nome: maleducazione. Mala-educazione.
La famiglia è tanto assente quando si tratta di educare i figli quanto è presente e agguerrita quando si tratta di difenderli. Se ne fregasse tout court dei figli sarebbe già molto meglio. Invece spesso inficia anche il poco lavoro educativo della scuola. Ormai gli insegnanti  devono stare attenti non solo a non toccare i loro alunni, ma anche a non sgridarli e tantomeno dargli del sano "somaro", pena il rischio di denuncia per offese da parte dell'equino genitore.
Non meraviglia allora che una ricerca internazionale di qualche anno fa, condotta sui bambini fra i 2 e i 14 anni avesse decretato che in Europa i meno rispettosi delle regole del vivere civile fossero proprio quelli italiani. Ho letto perfino che nel sito internet di alcuni alberghi all'estero nella versione italiana riportano che non sono accettati bambini, se però si mette, chessò, la lingua inglese sono magicamente accettati. Preciso che non ho verificato di persona...ma a questo punto c'è da crederci.

Per quanto mi riguarda.. quando sono all'estero preferisco immergermi più possibile nella cultura di quella nazione; ma confesso che non è solo per questo che sono ben contento di non incontrare connazionali, anche se  non succede spesso; e si riconoscono sovente da lontano, dal fare scomposto e sguaiato (generalmente tanto più accentuato quanta minore è la latitudine di provenienza).